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Associazione Archès

Miggiano: un antico borgo del Salento

di Marco Cavalera (con il contributo di Stefano Cortese)

Miggiano è una cittadina del basso Salento nota per la presenza di una cripta di età bizantina. Ogni 17 luglio ospitava, ieri come oggi, “una calca di devoti di quella santa martire (Santa Marina)” e, ogni ottobre, un’importante fiera regionale.

Cappella di Santa Marina.

La storia ritrovata

La tradizione orale racconta di rinvenimenti di notevole interesse archeologico, effettuati tra il XIX e la prima metà del XX secolo, ad opera di studiosi locali dell’epoca come il Maggiulli di Muro Leccese, che aveva in Miggiano diversi possedimenti terrieri. Tuttavia ricostruire le origini più remote di un paese, attraverso l’esclusiva analisi e disamina delle fonti orali e senza il conforto dei dati materiali, può portare ad una visione distorta della sua storia. Risulta molto difficile, infatti, “distinguere una realtà storica sommersa da secoli da abbellimenti, esagerazioni e fantasie, spesso frutto di racconti orali[1].

Stralcio della tavoletta I.G.M. (Foglio 223, I N.O., Taurisano), con l’indicazione del centro storico di Miggiano.

Recentemente, grazie all’impegno e alla passione di alcuni volontari del paese[2], sono venute alla luce numerose testimonianze archeologiche che, unitamente alle poche notizie tramandateci da storici locali e dalla tradizione orale (in particolare dalle persone più anziane, autentici “scrigni” di saperi), si stanno rivelando fondamentali per ampliare le conoscenze che riguardano le più remote fasi del popolamento umano di Miggiano.

Località Rutti-Sala. Caverna che si apre lungo il versante orografico destro del canale, laddove è stato individuato un sito protostorico (foto 2005).

Lungo corridoio di accesso ad una casa a corte in Piazza Municipio. 

Gli studiosi del passato: Giacomo Arditi

Giacomo Arditi – nel lontano 1879 – scriveva: “[…] Parmi che questo villaggio sia stato iniziato da un misto di coloni provenienti da diversi luoghi, e qui convenuti e stanziati, o per motivi di industria agricola, o per le distruzioni che nel secolo IX, X e parte dell’XI ci apportarono i conflitti dei Greci contro i Saraceni, e dei Normanni contro gli uni e contro gli altri […]. I sepolcri, li scheletri con la moneta in bocca, il vase lagrimale, la lucerna, e la scodella, uso romano e pagano, rinvenuti verso il 1878 appo il trappeto del signor Vernalione, fan balenare l’idea che questo luogo sia stato in tempi ben remoti, o abitato, o teatro di qualche parziale schermaglia delle tante combattute tra Romani e Salentini più che due secoli av. Cristo.

[…] Il 16 ottobre 1480 i Turchi, dopo il sacrificio di Otranto, scorazzando per queste piagge, invasero tra tanti anche Miggiano, e gli rapirono uomini e cose, donne ed infanti: e quattro anni appresso, il 1 giugno 1484, dopo l’eccidio di Gallipoli, patì anch’esso le correrie dei Veneziani. Per la qual cosa ei restò triste e depopolato in modo che nel 1532 contava appena 50 fuochi, 53 nel 1545, 66 nel 1561, 64 nel 1595, 40 nel 1648, e 55 nel 1669”[3].

Particolare della garitta di Palazzo Vernaleone. Foto di Anna Grazia Nuzzo. 

Cosimo De Giorgi

De Giorgi, nel 1888, descriveva in questo modo il paesaggio rurale miggianese: “Il paesaggio è ridente e pittoresco. Le linee delle colline e della pianura ondulata armonizzano leggiadramente fra loro e con la vegetazione quasi tutta arborea che circonda il paese. Il terreno è ubertosissimo. I campi sono cinti di siepi di felci, di meliloti, di agave, di crateghi, e sono smaltati del verde smeraldo delle graminacee o variamente colorati dalla flora spontanea. Su questo tappeto variopinto si ergono alberi maestosi di fichi, peschi, albicocchi, mandorli, ulivi, ciliegi, peri, susini, lazzeruoli, confusi tra loro, senza ordine, in modo da sembrare un gran bosco di alberi fruttiferi. L’uliveto invece comincia a specializzarsi nel tratto compreso tra Specchia e Miggiano”[4].

Paesaggio rurale tra Miggiano e Specchia. 

Dai documenti antichi

 L’etimologia del toponimo Miggiano è di origine incerta. Le Rationes Decimarum, n. 1493, riportano – tra le decime della Diocesi di Otranto – il toponimo Meyanum[5].

Un documento del 1548 (Platea della Contea di Castro, pp. 128 ss.), custodito presso l’Archivio di Stato di Lecce (A.S.L.), menziona in Casali Migiani una turris magna, un trappeto ipogeo e delle mura forse pertinenti un edificio fortificato.

Antica porta di accesso occidentale (via Lago). Foto di Anna Grazia Nuzzo. 

Vico Barone Vernaleone.

Un bene prezioso: l’acqua

Il territorio di Miggiano disponeva – in epoche antiche – di notevoli risorse idriche, grazie ad un canale naturale che si sviluppava dall’area paludosa di Supersano (lago Sombrino), attraversava i feudi di Ruffano, Torrepaduli e Miggiano (località  Rutti-Sala) e, infine, sfociava a Tricase Porto (canale lu Riu). È probabile che l’acqua abbia attratto i numerosi gruppi umani che, a partire dalla Protostoria, si sono stanziati in questo comprensorio[6]. De Giorgi, a tal proposito, affermava che “nelle contrade Curti, Nesca e Pozzomasciuri la zona acquifera oscilla dai m. 6,50 agli 6 metri, ma le acque si perdono nell’estate[7].

Nel centro abitato invece l’acqua potabile – secondo Arditi – si trovava “alla profondità media di 20 metri” e non era sempre sufficiente ai bisogni della popolazione. De Giorgi, all’interno del paese, censiva tre pozzi ubicati: sulla via per Taurisano, in via Scalella e nel giardino Cacciatore, profondi rispettivamente 30, 32 e 29 metri[8]. Un quarto pozzo, non menzionato dallo studioso salentino, si trovava sulla piazza principale di Miggiano[9].

L’area a nord e ad ovest di Miggiano, confinante con i comuni di Ruffano e Specchia, è di frequente interessata da allagamenti a seguito di prolungati periodi di pioggia. Questo settore di territorio, infatti, occupa un’area depressa nella quale confluiscono le acque di scorrimento superficiale provenienti dai punti più elevati che bordano il comune di Miggiano[10]. I modesti corsi d’acqua convergono in località Paduli e Mila, dove sono presenti alcuni inghiottitoi naturali (cosiddette vore) che assorbono in parte le acque superficiali.

Località Macchie (Miggiano). Ruscello a regime pluviale (foto febbraio 2018). 

Palude in località Paduli (foto febbraio 2018).  

Località Mila (Miggiano). Allagamento di un ampio settore di territorio a seguito di un prolungato periodo di pioggia (dicembre 2005).

Miggiano nel Medioevo

In località Pozzelle (Miggiano) è stata segnalata un’area di frammenti fittili, pertinente un casale di piccole dimensioni abbandonato probabilmente nel corso del XVII secolo. Si tratta di una zona la cui importanza a livello archeologico era stata rilevata da alcuni storici locali a partire dal XIX secolo.

Nel 2015 è stata rinvenuta, da chi scrive e da Vito Lisi, che l’ha segnalata alla Soprintendenza ai Beni archeologici della Puglia, una probabile punta di freccia in selce di età neolitica, la cui presenza pone degli interrogativi sulla frequentazione prei-protostorica dell’area.

Località Pozzelle (Miggiano). Area dell’insediamento medievale visto da sud (foto aprile 2008). 

Ceramica dipinta a bande rosse di XV-XVI secolo è stata rinvenuta anche nel centro storico di Miggiano. La frammentarietà e il luogo di giacitura di questi reperti (nascosti sotto il piano di calpestio di un vecchio edificio diruto) suggeriscono l’ipotesi di un evento traumatico avvenuto nel corso del XVI secolo, periodo in cui, secondo Arditi, il paese “restò triste e depopolato”.

Scorcio del centro storico, poco distante dal luogo di rinvenimento della ceramica basso medievale e moderna. 

La chiesa di San Vincenzo[11]

Intitolata al santo patrono Vincenzo, la chiesa madre di Miggiano ha origini cinquecentesche, con ampliamenti effettuati soprattutto tra il XVIII-XIX secolo.

La facciata si presenta dalle linee semplici, con il corpo centrale di fabbrica leggermente aggettante e a sua volta sormontato da un timpano triangolare.

Prospetto esterno della chiesa di San Vincenzo, santo patrono della Città (foto di Stefano Cortese).

L’interno è scandito in tre navate con degli altari nelle cappelle laterali e nel profondo transetto. Di rilievo la tela, posta nel transetto, di san Vincenzo di Saragozza, del pittore neretino Antonio Donato D’Orlando e datata 1616, così come recita l’iscrizione votiva in basso a sinistra.

Tela di san Vincenzo di Saragozza del 1616 (foto di Stefano Cortese). 

Altre tele di rilievo sono la Madonna di Costantinopoli e una Vergine Immacolata, entrambe del XVII secolo. I recenti lavori di restauro infine, hanno consentito di traslare l’altare del transetto e mettere in luce l’affresco riproducente l’albero di Jesse.

Tela della Madonna di Costantinopoli (foto di Stefano Cortese).

Contributo tratto da:

Cavalera M., Medianum. Ricerche archeologiche nei territori di Miggiano, Montesano Salentino e Specchia, Edizioni Dell’Iride, Tricase (Le) 2009. 

Ringraziamenti

Per la redazione di questo breve contributo desidero ringraziare i sig.ri Luigi Carbone e Luigi Marra e i soci dell’Associazione Culturale di Miggiano “Medianum – Terra di Mezzo”. Grazie alla loro sensibilità al recupero delle tradizioni antiche del paese è stato possibile effettuare il censimento dei siti ad interesse storico presenti nel territorio di Miggiano.

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Bibliografia

Arditi G., Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Tomo I, 1879.

Arthur P., Saraceni, schiavi e il Salento, in  Fiorillo R., Peduto P. (a cura di) III Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, pg. 443, Firenze, 2003.

De Giorgi C., La Provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio, Lecce, 1888.

De Giorgi C., Descrizione fisica geologica e idrografica della provincia di Lecce, pp. 279-280, Lecce, 1922.

Marinelli A., Contributo alla storia della romanizzazione del Salento, in Ricerche e studi, VII. Quaderni del Museo Archeologico Provinciale “Ribezzo” di Brindisi, pp. 135-164, Brindisi, 1975.

Marzano V.S., Piccole realtà del Sud Salento. 1860-1915, Lucugnano (Le), 2004.

Sansò P., Selleri G., Il paesaggio fisico del Bosco Belvedere, in Arthur P., Melissano V. (a cura di) Supersano. Un paesaggio antico del basso Salento, pp. 15-19, Galatina (Le), 2004.

Note

[1] Arthur 2003, pg. 443.

[2] Un particolare ringraziamento va all’impegno dei sig.ri Luigi Carbone e Luigi Marra dell’Associazione socio-culturale Medianum – Terra di Mezzo.

[3] Arditi 1879, pp. 355-357.

[4] De Giorgi 1888.

[5] Marinelli 1975, pg. 155.

[6] In località Rutti-Sala, l’incisione del canale si approfondisce di circa 15 metri rispetto al territorio circostante. Le cavità e i ripari sottoroccia presenti nel suo versante occidentale sono stati frequentati dall’età protostorica a quella moderna.

[7] De Giorgi 1922, pg. 279.

[8] De Giorgi 1922, pp. 279-280.

[9] Marzano 2004, pg. 15.

[10] Il settore nord-occidentale di Miggiano presenta analoghe caratteristiche geomorfologiche del territorio di Supersano, per il quale è stato condotto di recente uno studio in tal senso (Sansò, Selleri 2004, pp. 15-19).

[11] A cura di Stefano Cortese.